
C’ERA UNA VOLTA…
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C’era una volta un bosco magico, aggrappato sulla collina al confine tra il levante ed il ponente,
non era facile trovarlo senza conoscere il sentiero che collega l’inizio con la fine, il nascere al morire.
In quel luogo che non c’è, stanno, uomini che fuggono la corrente per ritrovarsi fermi e rimettere radici,
e quando ci giungi prima di entrare ti accolgono con queste parole “…tutto è inutile,
se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.”
Queste parole sono magiche e il leggerle, d’incanto ti portano dentro il centro di un villaggio inventato fatto della stessa pasta con cui
sono fatti i sogni, dove anche il tempo trascorre in altro modo.
Puoi fermarti un ora, un giorno, un mese, un anno, una vita, non lo saprai mai quanto tempo vi avrai trascorso
perché vivrai nel presente di un futuro che ha ripreso il passato con sè…perciò che ti arrovelli a fare? Se sei qui, non dovevi essere altrimenti…
ma ricordati sempre tu che cerchi e fin qui sei giunto:“L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui,
l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa,
in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” (Italo Calvino)
Il Villaggio Vivere Altrimenti

